Definizione di piccola impresa e di media impresa

Le piccole e medie imprese sono aziende con dimensioni limitate, sia dal punto di vista dei suoi dipendenti, sia per quanto riguarda limiti finanziari. Solitamente, le piccole e medie imprese (abbreviate in PMI), vengono sostenute dallo stato, in quanto le spese da affrontare sono notevoli.

Considerando inoltre che le PMI pagano più tasse sul reddito rispetto alle aziende multinazionali, le agevolazioni per tali imprese sono indispensabili.

Le piccole e medie imprese si comportano in maniera diversa rispetto alle grandi aziende, non solo dal punto di vista organizzativo ma anche per quanto riguarda la limitata disponibilità di capitali. Tenendo di conto che le PMI sono spesso gestite dal proprietario stesso dell’azienda, l’organizzazione generale risulta perlopiù autonoma.

Piccole e medie imprese: la commissione europea

La commissione europea ha tentato numerose volte di dare una definizione e una regolamentazione ben precisa per le PMI. Tuttavia, tali aziende hanno propri modi di lavorare, soprattutto per organizzare lavoro e finanze.

Per questo, ci sono criteri che la commissione adotta per poter regolamentare una PMI. Uno dei criteri più importanti risulta il criterio finanziario. Quest’ultimo prevede l’analisi sia del fatturato che del totale di bilancio. Entrambe le analisi rappresentano la ricchezza generale dell’impresa. La commissione europea ha deciso di considerare questi parametri in primis in quanto le PMI hanno diversi tipi di fatturati, considerando i diversi settori in cui sono coinvolte.

Anche il settore delle microimprese può far parte della famiglia delle PMI. DI conseguenza, tutte le aziende catalogato come microimprese ricevono agevolazioni come tutte le piccole e medie imprese. Detto questo, è opportuno specificare quando si ha a che fare con una piccola, media o microimpresa.

Si intende per media impresa un’azienda che ha un numero di dipendenti inferiore a 250 e, sostanzialmente, quando il fatturato non supera i 50 milioni di euro. Le piccole imprese sono considerate invece quelle attività che hanno meno di 50 dipendenti ed hanno un fatturato annuo inferiore ai 10 milioni di euro. Per quanto riguarda le microimprese, la commissione ha considerato tutte quelle aziende che hanno un numero di dipendenti inferiore a 10 ed un fatturato annuo che non supera i 2 milioni di euro.

PMI: Nozione di Indipendenza

Un’importante connotazione per la famiglia delle PMI è la nozione di indipendenza. La commissione ha dichiarato che l’azienda in questione non viene considerata totalmente “autonoma” se risulta un’impresa collegata o impresa associata. L’impresa associata è un’attività in cui il 25% del capitale è condiviso da altre imprese collegate e, in questi casi, non si gode di una totale indipendenza. Detto questo, una PMI risulta autonoma e indipendente se non ha nessun tipo di legame con imprese collegate ed associate.

D’altro canto, le imprese collegate sono quelle che detengono la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti (o soci di un’altra impresa), hanno il diritto di nominare o revocare la maggioranza dei membri dell’azienda stessa ed hanno il diritto di esercitare un’influenza su un’altra impresa. Inoltre, un’impresa che è socia di un’altra impresa che si controlla da sola può essere catalogata fra le cosiddette imprese collegate.