Tari seconda casa: secondo la CTD di Massa Carrara non è legittima l’applicazione della tariffa piena per i non residenti che utilizzano l’immobile solamente per brevi periodi
Avere una seconda casa e tenerla inabitata per poterla utilizzare liberamente nei periodi di vacanza può rivelarsi più costoso che concedersi dieci/venti giorni in un lussuoso hotel. Proprio riguardo i costi da sostenere vi è un’importante novità sul tema della tassa dei rifiuti, ossia la Tari.
Secondo la Commissione Tributaria di Massa Carrara, che paragona un non residente da un residente, non è legittimo che il Comune chieda al primo la stessa somma di Tari rispetto chi vi risiede stabilmente. Ciò in virtù del principio “chi inquina è tenuto a pagare”.
In presenza di determinate situazioni, quindi, i titolari di una seconda casa non abitata per gran parte dell’anno, possono richiedere uno sconto al comune. È però necessario dimostrare che nell’abitazione non viva effettivamente nessuno e tra le novità introdotte vi sono proprio le modalità per attestare che la dimora sia utilizzata solo per brevi periodi nel corso dell’anno.
Tari per la seconda casa: sconto del 30% se utilizzata solo per le vacanze
In base alla sentenza numero 182/1/17, la Commissione Tributaria di Massa Carrara, ha stabilito che il conteggio della Tari sulla seconda casa va fatto in base alla mole di rifiuti generati. Di conseguenza non può essere uguale a quella di chi vi risiede stabilmente.
Questa decisione si ispira al principio su cui si basa la direttiva UE 2008-98-CE, secondo la quale “chi inquina è tenuto a pagare”. In tal senso è lampante che, chi possiede una seconda casa e la utilizza solo per trascorrere qualche giorno di vacanza durante l’anno, non produce lo stesso quantitativo di rifiuti di un residente.
Al contribuente che, andando contro l’avviso di pagamento inviatogli dal Comune, ha presentato ricorso sostenendo che l’importo della Tari da versare fosse eccessivo, la Commissione ha deliberato l’applicazione di uno sconto del 30% sulla cifra totale.
Ciò a seguito dell’invio di tutta la documentazione necessaria a dimostrare che la casa fosse veramente abitata solo in determinati mesi dell’anno.
Come dimostrare che la casa è disabitata
La riduzione della Tari in caso di seconda abitazione disabitata è riconosciuta previa prova dei fatti. Nello specifico è necessario presentare al comune:
- i consumi delle utenze
- dimostrazioni che l’abitazione non è arredata
Nel caso l’abitazione sia totalmente priva di utenze di luce, gas ed acqua attive è possibile che l’immobile sia completamente escluso da quelli considerati dalla Tari. Il comune può riservarsi la facoltà di verificare personalmente che la casa sia disabitata e sfitta.