Differenze tra certificato di taratura e rapporto di taratura

Taratura accreditata o riferibile?

Nell’ambito dei controlli qualità dei prodotti, soprattuto in campo meccanico dove le tolleranze di misura o le caratteristiche tecniche del materiale sono di importanza vitale, la taratura periodica degli strumenti è parte integrante del processo.

All’interno di una laboratorio di prove meccaniche sui materiali non possono quindi mancare strumentazioni adeguate e tarate secondo normativa, e deve essere assolutamente garantita la riferibilità dello strumento a dei campioni standard a cui la taratura fa riferimento. Inoltre, ogni strumento di controllo, per essere certificato e tarato deve avere un resoconto sulla storicità non solo delle tarature fatte ma anche degli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione.

Tra l’altro va ricordato che qualsiasi strumento di lavoro quando è tarato o calibrato a norma ed ha seguito una manutenzione programmata nel tempo è anche uno strumento che garantisce sicurezza sul lavoro.

Ovviamente ogni verifica deve essere documentata e principalmente esistono due tipologie di documenti per i quali cercheremo di capire le differenze:

  • Rapporto di taratura
  • Certificato di taratura

Il Certificato di Taratura

Il Certificato di Taratura è quel documento emesso da un centro accreditato presso ACCREDIA, che come leggiamo sul loro sito, è “l’Ente designato dal governo italiano ad attestare la competenza, l’indipendenza e l’imparzialità degli organismi e dei laboratori che verificano la conformità dei beni e dei servizi alle norme.”

Il Certificato di taratura deve attenersi alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005, e Accredia non fa altro che garantire che il laboratorio segua adeguatamente tutte le procedure. Quando il nostro strumento di misurazione ha un Certificato di Taratura emesso da un laboratorio o centro accreditato ha tutte le carte in regola per dimostrare la conformità delle misurazioni effettuate.

Il rapporto di taratura

Il Rapporto di Taratura è invece diverso ed è emesso in seguito a delle precise e documentate procedure approvate dallo stesso laboratorio. In poche parole, il laboratorio presso il quale vengono fatte le prove sui materiali garantisce anche per la taratura dei suoi strumenti fatta internamente seguendo però la normativa UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005.

Questo rapporto può qundi essere emesso anche da centri non accreditati da Accredia

Un cliente che dovesse dimostrare la validità della misurazione ha il dovere di documentare quando richiesto la riferibilità dei risultati ottenuti, cioè a quali campioni di taratura fa riferimento lo strumento e alla loro documentazione.

Facciamo un esempio per capire meglio:

Un quantometro utilizzato per analizzare la percentuale di carbonio in un acciao, per la sua taratura fa riferimento ad alcuni campioni la cui analisi è certificata e documentata secondo norma. Se lo strumento nella sua taratura riporta i valori documentati, anche il documento finale di analisi del cliente risulterà valido.

Chi può fare la taratura di uno strumento?

La taratura di uno strumento di misura può di conseguenza essere eseguita dallo stesso laboratorio che ne fa uso, fatta specie che vi sia personale addetto in grado di farlo, e va fatta usando i campioni primari tarati a loro volta secondo normativa da un centro accreditato. Alla fine dovrà quindi essere emesso un rapporto di taratura.

Invece, nel caso in cui la taratura viene eseguita da personale esterno che può eseguire tarature accreditate, allora verrà emesso un certificato di taratura.

Il servizio di taratura

Quando un qualsiasi strumento risulta essere già conforme allora verrà eseguito un servizio che non modificherà lo strumento ma semplicemente ne documenterà la conformità. Se invece lo strumento di misurazione risulta essere fuori dai range prevesti allora bisognerà seguire un protocollo diverso.

In questo caso bisognerà stilare un rapporto che indichi la misurazione dello strumento sia prima della taratura che dopo la sua manutenzione, in modo che sia chiaramente documentato che lo strumento è rientrato nei parametri di tolleranza.

Tali documenti, essendo validi come prova in caso di incidenti, vanno poi conservati a norma in apposito archivio a testimonianza futura che sono sempre state eseguite tutte le corrette manutenzioni e tarature.

Calibrazione e taratura

Taratura e calibrazione sono la stessa cosa?
Ve lo diciamo subito: no!

Le due terminologie, benché simili e oggetto di oggettiva confusione non sono in realtà due sinonimi, in quanto rappresentano due diverse situazioni.

Per il Comitato Elettrotecnico Italiano la taratura é:

Un’operazione che conferma le caratteristiche metrologiche dello strumento, eseguita in condizioni specificate, che in una prima fase stabilisce una relazione tra i valori di una grandezza – con le rispettive incertezze di misura – forniti da campioni di misura, e le corrispondenti indicazioni comprensive delle incertezze di misura associate, e in una seconda fase usa queste informazioni per stabilire una relazione che consente di ottenere un risultato di misura a partire da un’indicazione.

Mentre la calibrazione viene definita come:

la regolazione di un sistema di misura, che può essere effettuata tutte le volte che si desidera, senza dover tarare necessariamente lo strumento.

In estrema sintesi, la taratura di uno strumento è il processo che regola lo strumento mettendolo a confronto con un campione di riferimento, mentre la calibrazione si effettua regolando lo strumento senza confrontarlo con precisi riferimenti.

Conclusione

Quando le misurazioni devono essere documentate la taratura è un obbligo per garantire la qualità del servizio svolto, e la sua ricorrenza non è dovuta solo ad una scadenza periodica ma anche alle modalità d’uso dello strumento (in esterno, in luoghi soggetti a sbalzi termici o di umidità, ecc.) alla sua frequenza di utilizzo ed al modo in cui esso viene poi conservato.

Ad esempio, dopo una caduta accidentale o un colpo è bene ritarare lo strumento anche se non sono scaduti i termini temporali.