Come si aprire un’azienda in Italia

A cura di Alessandro Nicoletti

Data la crisi economica e occupazionale, gli italiani che non trovano lavoro hanno due strade da percorrere: trasferirsi all’estero o aprire un’azienda.

Dato che non è l’aspirazione di tutti vivere in un altro paese, chi per motivi personali, chi per motivi familiari, chi resta non ha molte scelte se non quella di diventare imprenditori.

Essendo per molti una scelta forzata, chi decide di aprire un’azienda spesso lo fa in maniera approssimativa, frettolosa e quindi rischiosa.

Improvvisarsi imprenditori è come improvvisarsi piloti di Formula Uno, è molto facile schiantarsi alla prima curva.

Da anni con il mio sito aprireazienda.com rispondo a migliaia di domande su come si apre un’azienda in Italia e dalle stesse si denota tanta confusione e poca competenza, molti erroneamente pensano che basti guardare i famosi 4 video su You Tube per diventare degli imprenditori competenti.

Come tutto nella vita, serve tanta pazienza, dedizione e gavetta sul campo per acquisire le conoscenze necessarie per avviare un’azienda di successo.

Ecco quindi che il primo consiglio che mi sento di dare per chi vuole aprire un’attività è quello di fare esperienza diretta sul campo.

Se vuoi aprire un’azienda agricola, devi prima lavorare per un’azienda agricola, se vuoi aprire un pastificio devi averci lavorato per alcuni anni, se vuoi aprire un asilo, devi prima essere maestra abilitata.

Mi rendo conto che è come il cane che si morde la coda, molti infatti decidono di aprire un’attività proprio perché il lavoro non lo trovano. Tuttavia, il fatto di essere in una condizione difficile non significa che dobbiamo infilarci in una altrettanto peggiore.

Se non ci sono i pressuposti, è preferibile non aprirla affatto l’azienda perché non solo continuerai ad non avere lavoro, ma ti ritroverai pieno di debiti.

Le domande su quanto si paga di tasse, oppure su quali permessi prendere, sono domande legittime, ma prima di porle devi trovare risposta ad altre domande come:

  • La mia idea di business risolve un problema pratico?
  • C’è reale esigenza del mio prodotto o servizio?
  • Vado a colmare un vuoto di servizi nella mia città?
  • Il cliente target chi è, cosa fa, che disponibilità economica ha?

Queste sono solo alcune delle domande a cui trovare risposta, ma che ben pochi pensano.

Così come ben evidenziato da una ricerca del Sole 24 Ore, il 2017 ha visto lo stesso numero di fallimenti come nel 2007, l’anno della pre crisi economica. Questi dati sembrano incoraggianti, ma se si va a scavare in fondo, si vede che dietro alle statistiche ci sono numeri impressionanti: nel solo 2017 ben 36.500 imprese hanno chiuso in un solo anno.

Quante di queste aziende hanno chiuso per cause esterne dando la colpa alla crisi o al governo? Certo, molte di esse sono fallite senza averne colpa, forse, ma quante invece hanno chiuso perché l’imprenditore non era altro che una persona poco competente in materia di business?

Per aprire un’azienda agricola di successo non basta saper coltivare, per aprire un ristorante da stella Michelin non è sufficiente saper cucinare, per aprire una scuola di lingue profittevole non basta saper insegnare inglese.

L’imprenditore moderno, che gli piaccia o no, deve essere una figura professionale capace di muoversi su diversi ambiti, su diverse questioni, avere una mentalità imprenditoriale capace non solo di prevedere le tendenze future, ma anche saper quadrare i conti.

E’ facile aprire un’azienda? No.

Tutti possono diventare imprenditori? No.

Pochi lo sanno, nessuno lo dice, altrimenti non venderebbero l’ultimo corso miracoloso su come aprire un’azienda di successo in 3 giorni.

Meglio tenere gli occhi aperti, non stancarsi di studiare e fare un po’ di vecchia e sana gavetta.

Buon business a tutti!!!