Api: tutto quello che c’è da sapere sulle interfacce di programmazione

Cosa sono le API

L’acronimo API sta per Application Programming Interface e può essere tradotto come interfaccia di programmazione e proprio come le interfaccia utente consentono la comunicazione tra uomo e macchine, così anche le API permettono la comunicazione tra diverse software. E’ così che sfruttando le API i programmatori possono accedere a determinate funzioni di altri programmi.

Le API permettono il trasferimento dei dati bidirezionalmente senza perdita di informazioni ed in modo strutturato e questo anche se le applicazioni sono state scritte con linguaggi di programmazione differenti. Sono come delle porte aperte nei programmi per far entrare altri software. Attraverso le API i programmi possono comunicare tra loro, operare scambi di dati e impartire comandi.

Un’Application Programming Interface (interfaccia di programmazione dell’applicazione) è un’interfaccia che collega diversi programmi per standardizzare la trasmissione dei dati e lo scambio di istruzioni tra le parti del programma.

Perché son utili e come hanno rivoluzionato il mondo digitale

Moltissimi produttori di software hanno messo e continuano a mettere a disposizione le API per permettere ai programmatori esterni di accedere ai loro componenti software. Amazon; Google e Facebook sono solo tra i nomi più conosciuti tra quelli che hanno aperto le loro API e, da questo, hanno ricevuto enormi benefici.

Gli sviluppatori attraverso le API possono:

  • inoltrare un comando al software e ricevere la risposta
  • inserire contenuti nei servizi web
  • riutilizzare i codici delle app attraverso l’interazione tra programmi
  • controllare l’accesso da parte di altri programmatori

Ma se sono ad esclusivo uso dei programmatori come possono aver influito così tanto sulla quotidianità e sulla user experience degli utenti? Anche se non sono visibili e non intervengono in modo diretto sull’utilizzo di app e programmi, grazie alla API Economy è possibile se ci cerca un volo o un hotel, utilizzare una piattaforma che raggruppi tutte le offerte e conceda all’utente una visone completa di ciò che può scegliere.

Quando si inseriscono le informazioni di base, come date o numero di viaggiatori, basterà cliccare su “cerca” e il sito web inizierà a comunicare con le API delle compagnie aeree o degli hotel, restituendo per ognuna prezzi e tariffe. Tutto avviene in pochi secondi e l’utente riceve le informazioni che cercava.

Come funzionano le API

Le API hanno sicuramente rivoluzionato il mondo delle offerte digitali, ma servono principalmente ai programmatori. Come abbiamo visto è una sorta di interscambio tra programmatori che concedono ad altri di entrare ed attingere dati ed informazioni dai loro software. Ma si possono gestire gli accessi e le modalità di utilizzo delle informazioni. Google pubblica le API per concedere ai programmatori esterni di agganciare le loro applicazioni ai servizi Google, come ad esempio le mappe ma per questo si utilizza uno standard specifico a cui il software esterno deve poi aderire.

Ci sono dei protocolli standard che vengono utilizzati a tale scopo, alcuni si basano sul linguaggio http, con istruzioni semplici che rendono facile lo scambio di dati e la connessione dei programmatori all’API. Come spesso accade un elemento importante per rendere facilmente fruibile l’interfaccia è la standardizzazione, oltre al protocollo utilizzato per lo scambio.

4 diversi tipi di API

Le API possono essere distinte in quattro principali classi:

  • API orientate alle funzioni
  • API orientate ai file
  • API orientate al protocollo
  • API orientate agli oggetti

Ognuna ha caratteristiche e scopi differenti. Le prime, ad esempio, quelle orientate alle funzioni, risultano non troppo complesse e permettono di accedere anche ai componenti hardware.

Mentre con quelle orientate ai file i dati possono essere sia letti che scritti. Le interfacce orientate al protocollo sono utilizzate per la comunicazione standardizzata tra programmi e non risulta vincolata al sistema operativo o all’hardware. La classe più flessibile è quella orientata a gli oggetti.

Ulteriore distinzione e forse la più relativamente conosciuta è quella tra API pubbliche e API private. Si definiscono pubbliche quando sono aperte e concesse in utilizzo all’esterno. Tutti i giganti digitali come Facebook, eBay, Amazon, Google hanno reso pubbliche le loro API. Le API private invece sono solitamente disponibili solamente per i programmatori e sviluppatori dell’azienda.

A tal proposito è molto interessante il lavoro svolto da Semplisio, connettore universale che attraverso le API riesce ad integrare diverse piattaforme digitali come CRM; Marketplace; Gestionale; Piattaforma di e-commerce e moltissimi altri programmi tra loro per garantire alle aziende una semplificazione dei processi aziendali, unificando in un’unica interfaccia le funzioni aziendali di gestione e controllo.

Perché le API piacciono a tutti

In conclusione, abbiamo evidenziato come le API risultino estremamente utili a diverse categorie di utilizzatori. Dall’utente finale che può beneficiare della connessione dei sistemi tramite interfaccia per ottenere la combinazione di programmi differenti aggregati e da questo una migliore usabilità.

Anche gli sviluppatori che realizzano delle interfacce di qualità possono sicuramente trarre il vantaggio di veder aumentare la diffusione della loro applicazione, in quanto vengono preferite poiché consentono un accesso agevole agli altri programmatori.  Così come gli sviluppatori esterni traggono vantaggio dalle API per poter aumentare le funzionalità del loro software collegandolo alle interfacce di altre applicazioni.