Nell’era di internet, il fenomeno delle startup è sicuramente cresciuto a dismisura. Il concetto di azienda innovativa capace di rivoluzionare un mercato, un prodotto, ha avuto il suo massimo negli anni a cavallo tra il 1997 e il 2000 a causa dello scoppio della bolla delle dot-com.
In quel periodo, infatti, ogni azienda che si fregiava anche solo del dominio .com, diventata subito una “sicura” miniera d’oro. Lo scoppio della bolla dimostrò che di sicuro non c’era proprio nulla.
Non bastava essere ufficialmente una startup ed avere il dominio .com, per crescere e creare valore. Perché un’idea non basta, è necessaria una perfetta gestione per “toglierla dal cassetto”. E fare veramente la differenza. Per saperne di più, vi rimandiamo blog di Penta, punto di riferimento per informazioni sulle startup.
Startup in Italia
Anche in Italia è possibile aprire una startup online senza perdere tempo a stampare documenti e senza dover fare lunghe code per ottenere un timbro. Tutta la procedura può essere fatta online, attraverso la piattaforma del registro imprese.
Ecco cosa avere a disposizione:
- Indirizzo PEC: Obbligatorio non solo per la registrazione, ma anche per la gestione delle comunicazioni con qualsiasi ente pubblico, come l’INPS e l’Agenzia delle Entrate.
- Firma digitale: Anch’essa richiesta da molti enti pubblici.
- Autodichiarazione requisiti per startup: Documento richiesto dalla camera di commercio, per lo snellimento delle pratiche burocratiche.
- Documenti di identità: Del rappresentante legale e di eventuali soci.
- Atto costitutivo: Rilasciato dall’Agenzia delle Entrate. Si compone di tutte le informazioni necessarie ai fini fiscali. Noto anche come modello 69.
Tutti i documenti sopra elencati, possono essere inviati telematicamente alle sedi preposte.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate e su quello del Registro Imprese.
Alla fine del processo di attivazione, verrà rilasciato il documento di avvenuta registrazione della SRLS. Una SRL semplificata.
Costi della startup innovativa
I costi variano a seconda del metodo prescelto per l’apertura della startup. L’apertura attraverso un notaio sicuramente richiederà un costo molto più alto, rispetto ad un’apertura effettuata individualmente senza l’aiuto di un professionista.
Costo che varia anche in base alla zona dove che verrà indicata come sede della startup.
Quindi, meglio preferire il supporto della camera di commercio, che guiderà i futuri imprenditori all’adempimento di tutti i cavilli burocratici, senza commettere errori.
Round A
Dopo i progetti e le idee, arriva il momento di dover lanciare sul mercato il prodotto o servizio. Nell’ecosistema delle startup, abbiamo i primi finanziamenti, che hanno lo scopo di avviare finanziariamente la startup, detti anche seed. Dopo la prima fase, ci sono i round, A, B e via dicendo.
I round hanno lo scopo di accelerare la crescita della startup, in attesa che essa diventi abbastanza solida, così da poter continuare la crescita senza ulteriori finanziamenti.
Gli investitori che finanziano le startup, si dividono in:
- Investitori istituzionali: Sono soliti intervenire nella seconda fase di crescita, dal round A in poi. Sono legati a fondi di investimento o comunque sono dotati di una potenza finanziaria non indifferente, che permette loro di investire imponenti somme di denaro. Non sono infatti rari investimenti di centinaia di milioni di euro.
- Investitori non istituzionali: Sono gli “attori” che intervengono nella prima fase di vita della startup, composti principalmente da business angels, incubatori d’impresa ecc. Questi ultimi, non si limitano a finanziare la startup, ma forniscono supporto pratico, come programmi avanzati mirati alla crescita, essenziali per concludere al meglio l’avvio di una startup.
Gioco di squadra
Per creare una startup di successo è essenziale avere una squadra di collaboratori estremamente organizzata. Una startup non può dipendere “dall’uomo solo al comando”.
Essa infatti è prima di tutto, un’unione di persone, che condividono un sogno, un progetto.
“La startup da un miliardo”
“Unicorno”. No, non è solo il nome di un animale fantasy, ma anche il nome che viene assegnato alle startup con un valore maggiore di 1 miliardo di euro.
Si stima che attualmente ci siano nel mondo 309 unicorni. La maggior parte di essi sono sparsi fra Asia e America. Gli Stati Uniti sono il paese con più unicorni al mondo e l’India si preparerebbe a superare il Regno Unito per valore totale, almeno secondo un articolo del Sole 24 Ore.
E sempre secondo lo stesso giornale, gli unicorni presenti in Europa sono relativamente pochi, rispetto ad altre aree del pianeta, con meno peso economico.
Startup in Italia
Gli “Unicorni” sono del tutto assenti in Italia che, per ora, può solo immaginarli.
In Italia, le cose sembrano destinate a non cambiare nel medio periodo. Anche perché, secondo alcuni analisti, in Italia mancherebbero proprio le aziende capaci anche solo di immaginare una valore di un miliardo di euro.
D’altronde è risaputo che l’ecosistema italiano è molto poco sviluppato, poche startup medie e pochissime grandi: la mancanza di una cultura imprenditoriale ed instabilità politica, sono alcuni dei fattori che hanno influenzato la situazione.
Solo recentemente, grazie ad un forte interessamento politico, stanno nascendo nuovi incubatori e startup, ma soprattutto nuove fonti di finanziamento per favorire finalmente la nascita di un sistema in grado di competere con i principali paesi europei.